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- CRIMINAL ECONOMIES

 

 

                                                                                                                              
                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                  

 

                                                                Enzo Ciconte                                         

 

 

 

L’ECONOMIA DELL’NDRANGHETA

L’intervento di Enzo Ciconte e Claudio La Camera del 21/10/13 tende ad evidenziare quelli che sono gli aspetti  basilari delle economie mafiose,in particolar modo dell’organizzazione più potente che c’è in questo momento in Italia e non solo:l’ndrangheta. Nelle parole di Ciconte e La Camera si può delineare un viaggio che parte dalla punta dell’Italia (Reggio Calabria),risale il Meridione passando per l’A3(Salerno-Reggio Calabria),giunge al Nord (Piemonte e Lombardia),fino ad arrivare in Germania. Però,prima di intraprendere il viaggio, partiamo da un presupposto fondamentale:non pensiamo che le mafie siano solo un problema del Mezzogiorno e ,soprattutto,che non sia esclusivamente italiano. Secondo Johannes Hahn,commissario per le politiche regionali dell’UE, le mafie italiane starebbero incidendo molto,in negativo,sull’economia europea. Ma se guardasse attentamente alla sua limitrofa Germania,essendo lui austriaco,si accorgerebbe che le maggiori organizzazioni criminali (non solamente le mafie italiane,ma anche la mafia russa e la Yakuza) si concentrano maggiormente là.


Come detto, il nostro viaggio comincia da Reggio Calabria. La Camera realizzò un servizio insieme al programma televisivo Le Iene per spiegare il fenomeno dell’estorsione in una delle zone della città con la più alta densità mafiosa. In tal caso si parlò addirittura di estorsione preventiva:nel servizio viene mostrato come l’infiltrato delle Iene venga avvicinato da due tizi (probabilmente ‘ndranghetisti) che gli estorcono soldi ancor prima di aprire il locale. La Camera spiega come questo sia un fenomeno ripetuto a Reggio e non solo e che le strade per uscirne,sfortunatamente sono due:

1) essere “migliori amici”. Ossia il proprietario del locale è meglio che si faccia come “miglior amico” il boss della zona che gli chiede il pizzo. Questa strategia che l’ndrangheta usa è detta “controllo del consenso”.                                     

2) Decreto ingiuntivo. Il boss chiama una ditta per fare i lavori necessari per aprire il locale. Ma ad un certo punto gli operari smettono di lavorare perché il capo vuole che il proprietario del negozio paghi una somma aggiuntiva (assai sostanziosa) affinchè i lavori continuano. Anche se il proprietario non ha la somma richiesta,il boss può applicare il “decreto ingiuntivo”,obbligatorio per legge. Se non si paga,le conseguenze possono essere disastrose:spargimento di sangue per tutto il locale,sabotaggio delle tubature,minacce armate e minacce di morte alla famiglia. All’infiltrato delle Iene,gli è stata minacciata la famiglia, che viveva al Nord della Calabria. Ad evidenza di ciò,perché non si denuncia il tutto alla Polizia? La Camera sottolinea come,purtroppo, i tempi della magistratura sono lunghi e gli uomini necessari per combattere tali problemi, insufficienti. Gli uomini del Ros,il reparto per le operazioni speciali dei Carabinieri, sono 90 in una città di 400.000 abitanti come Reggio,quasi gli stessi che troviamo in una città di 4 milioni come Roma.

 

Da Reggio Calabria imbuchiamo l’A3. Ciconte parla di come negli anni del boom economico (anni’60) sia stata completata l’Autostrada del Sole (A1) fino a Salerno e come il governo abbia approvato il progetto dell’ A3. I lavori cominciarono quando i capi delle ditte appaltatrici si accordarono con i boss mafiosi. Uno dei problemi fondamentali è stato che i capi di queste ditte abbiano pensato che bisognasse fare accordi solamente con uno di questi boss per avviare i cantieri. Invece non hanno tenuto conto che da comune a comune,da zona a zona,il controllo delle famiglie mafiose cambia e bisogna sempre stipulare nuovi accordi,sempre rischiosi. A tal proposito,La Camera mostra un video di una intercettazione telefonica,di qualche anno fa, in cui si sente parlare due capi ’ndranghetisti, spartirsi i chilometri dell’A3.

 

Il viaggio adesso arriva a toccare il Nord,in particolare il comune di Baldonecchia, in Piemonte, e la zona del Varesotto,in Lombardia,di cui Ciconte ci dà un approfondito resoconto. Partiamo però da una premessa fondamentale:le mafie sono nate nelle zone  più povere,come il Mezzogiorno,ma per sostenersi sono dovuti trasferirsi al Nord,dove la ricchezza prevale. Una volta era in mano a cosanostra,ma negli anni’ 60-70 hanno perso il controllo poiché lacerati da una guerra interna. La famosa guerra del triumvirato che riguardò anche Totò Rina. Ne approfittò l’Ndrangheta,che ha un senso di radicamento maggiore rispetto ai Siciliani,creando delle vere e proprie colonie che tutt’ora rimangono.   Riuscirono a corrompere industriali,funzionari e politici locali e videro nel Nord una nuova rampa di lancio per incrementare il loro mercato della droga. Infatti oggi si consuma più droga al Nord che al Sud,poiché ha un costo molto elevato.

 

Si diceva di Baldonecchia. Sul finire degli anni’60 divenne una zona sciistica molto frequentata. La ‘Ndrangheta ne approfittò per speculare sull’edilizia. Per pagare la manodopera a costi bassissimi,furono importati lavoratori dalla Calabria, i quali si stabilirono definitivamente lì. I capi calabresi indicarono a loro l’uomo da eleggere come sindaco del piccolo comune piemontese. Non a caso,Baldonecchia è il primo comune in Italia ad essere sciolto per mafia,un episodio che 15 anni più tardi Gianni Alemanno voleva far cancellare in Parlamento.

 

Per quanto riguarda la zona del Varesotto,una delle più ricche in Italia,c’è da raccontare un episodio riguardante Giacomo Zagari,boss trasferitosi da Gioia Tauro,considerato lì un uomo d’onore. Racconto giunto fino a noi per mediazione di Antonio Zagari,figlio di Giacomo,che si è pentito. Un imprenditore della zona,Pastore,aveva ricevuto un’estorsione per mano di un “picciotto” di Zagari. Ma invece di rivolgersi alla polizia,si rivolse allo stesso Zagari. Questa scelta fu dovuta dal fatto che Pastore forse aveva qualcosa da nascondere ai militari. Zagari contrattò con il suo stesso picciotto,facendo scendere l’estorsione da 5 miliardi delle vecchie lire a un miliardo e mezzo. Questa mossa,piuttosto che salvare l’imprenditore,permise al boss di diventare il suo protettore e di esercitare il pieno controllo sulla sua azienda.

 

Di solito i media parlano di camorra e cosanostra,trascurando in parte l’ndrangheta che è riuscita ad avere potere su quasi tutto il territorio italiano. Un potere che si è espanso anche oltre i confini della nostra nazione. Basti pensare alla strage di Duisburg,in Germania, avvenuta nel 2007,legata a lotte interne di clan ‘ndranghetisti. I Tedeschi,che da sempre negano l’esistenza di organizzazioni criminali,hanno scoperto l’ndrangheta solamente da quell’episodio. O meglio hanno fatto finta di scoprire. Dico questo perché già l’Ndrangheta si era stabilita pochi anni prima,corrompendo anche là magistrati e politici locali. Ma il fatto più clamoroso riguarda l’esistenza di ristoranti italiani,in mano ,da anni, a famiglie ‘Ndranghetiste. La particolarità di questi ristoranti e che sono situati di fronte a municipi,sedi di partito,stazioni di polizia. Che funzione ha questo posizionamento?                                      I politici,poliziotti e magistrati che vanno spesso a mangiare là,vengono trattati come “amici”,ottenendo pure un sconto sul conto. Ma il tutto ha una finalità precisa:si cerca di estrapolare più informazioni possibili affinchè l’Ndrangheta possa agire indisturbata.

 

È il motivo per cui venne ucciso il magistrato Bruno Caccia, che si era accorto di un attività illegale che si svolgeva in un bar di fronte al Palazzo di Giustizia di Torino,che oggi porta il suo nome.

 

 

 

        Intervento Enzo Ciconte & Claudio La Camera

                                         (21/10/13)

Claudio La Camera

 

 

 

NDRANGHETA ECONOMIES

The meeting with Enzo Ciconte and Claudio La Camera on 21/10/13, was reported to mafia economies, in particularly to one of the most powerful criminal organization in Italy and not only: the ndrangheta. By the Ciconte and La Camera’s words, it’s possible defining a journey, which starts from the end of the Italy (Reggio Calabria),passes through the A3 motorway(Salerno-Reggio Calabria), reaches the North (Piemonte and Lombardia) and goes beyond the borders (Germany). Before the journey starts, we must not think about the Mafia like an Italian problem only. In the opinion of Johannes Hahn, UE Regional Policy Commissioner, the Italian Mobs are destroying the European economy. But, if he pays attention near to his country (he’s from Austria), in Germany there are the principal criminal organization (included Italian, Russian and Yakuza mafia).

 

Our trip begins from Reggio Calabria. La Camera realized a documentary to show the extortion’s phenomenon in an area with the highest criminal density of the city, in collaboration with the tv program “Le Iene”.  In the documentary, it’s showed especially the preventive extortion: two guys (probably belonging to ndrangheta) extort money to a man (an La Camera’s collaborator), before to open a shop. This is a repetitive phenomenon in Reggio and in other cities and , unfortunately, there are only two way out:                                                                       1) to be “best friend”. Through an ndrangheta strategy, called “the consensus way”, it’s better for the shop owner to become the “best friend” of the local boss, who pretends a tax from him.                                                                                 2)  “Injunction”. The boss calls an own company to carry out the works to open the shop. Suddenly, the works break off because he asks to the owner an additional amount to continue. Even if the owner don’t have the necessary amount, the boss must apply the “Injunction”, required by law. If it doesn’t pay, the consequences are dangerous:  bloodshed for all the local, pipelines sabotaged and threats to family. The ndranghetisti threaten the La Camera collaborator’s family, who lives at the North of Calabria. After this facts, why don’t call the police? La Camera underlines like the magistrature’ s times are long and the needed men to deal with this problems are few. The Ros’men, a Carabinieri special force, are 90 in a city of 400.000 inhabitants like Reggio Calabria, the same number in Rome with 4 millions of inhabitants.

 

From Reggio Calabria, we take the A3 motorway. Ciconte talks about the completion of A1 motorway (Autostrada del Sole),during the 60’s and how the government approved the A3’s project. The works started when the contractors’ chiefs entered into an agreement with the mafia’s bosses. But the mistake was the chiefs thought it was needed to agree with one of this boss. Instead, they didn’t regard that the mafia family’s control changed from area to area, from city to city and it was always necessary to find new risk agreement every time. La Camera shows a video of a recently phone tapping, in which the ndranghetisti’ s bosses divided each other the A3 kilometers.

 

Enzo Ciconte gives more details about the North of Italy, where our travel arrives, especially about Baldonecchia (situated in Piemonte) and Varesotto Area, in Lombardia. But we must introduce a fundamental concept before: mafias born in poor zones of the Southern Italy. Then, they moved to the North, where wealth prevails, to sustain themselves. Once, North has in the hands of cosanostra, Sicilian’s mafia,but during the 60-70’s it lost the power for an internal war (that it included the famous boss Totò Rina). Ndrangheta took advantage of the situation, also for its better sense of rootedness than Sicilians and established colonies that they’re still persisting. They corrupted local politicians, industrials and officials and increased their drug market. In fact, today the North consumes more drug than South  for its high cost.

 

Baldonecchia. At the end of the 60s, it became an exclusive ski resort. Ndrangheta speculated on construction, importing owns workers to pay the manpower at very low costs. The workers definitively established there and it was indicated them the man to elect like mayor from ndranghetisti. In fact, Baldonecchia was the first Italian common loose for mafia. On. Gianni Alemanno wanted to delete this event to the Parlament ,15 years later.

 

Varesotto Area. There is a story, narrated by Antonio Zagari, a member of ndrangheta, made to the police, son of Giacomo Zagari. His father was an important boss of the organization, moved from Gioia Tauro (Calabria, Southern Italy), considered a man of honor. One day, a local entrepreneur, called Pastore,  suffered an extortion by a Zagari’s man. To hide burning tests to the police, Pastore asked help to the same Zagari. He began a negotiation with his man and he brought down the price from 5 billion of lire to 1 billion and half. In this way, instead to save the entrepreneur, Zagari became his protector and he took the control of his factory.

 

Medias always talk about cosanostra and camorra, neglecting, in part, the ndrangheta’ s power in Italy and abroad. In 2007,  there was a massacre linked to an internal ndrangheta’ struggle in Duisburg, Germany. This episode changed the mind of Germans, who always has denied the existence of criminal organization. Or better, they’ve pretended to deny. Ndrangheta are staying there from few little years before and they’ve always corrupting magistrates and politicians. But the extraordinary fact regards their management of the Italian restaurants. These restaurants are situated in front of  the city hall, police station and party venues. What’s the reasons of this position? Politicians, policemen and functionaries go to eat there and they’re treated like “friend”. Ndrangheta obtains informations and acts without problems.

 

The magistrate Bruno Caccia was killed for the same reason, after he found  illegally activities in a bar beside Turin’s Justice Hall, that it was given his name.

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